“Da grande voglio fare il pompiere!”

“Da grande voglio fare il pompiere!”

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Penso che i Vigili del Fuoco siano persone straordinarie, e te ne rendi conto quando vedi qualcuno che ne ha bisogno, come accade per tante altre cose.

Un giorno un amico mi disse di avere questa grande passione, e spesso accadeva che dopo aver terminato il suo lavoro “ordinario”, si dedicasse come volontario all’attività di Vigile del Fuoco.

Rimasi molto colpito e gli feci subito una domanda…

Cominciai con “ti è mai capitato di entrare in un posto mentre stava andando a fuoco?”

E lui, sereno: “certamente, anche un mese fa…”

Ed io: “qual è stata la prima cosa che hai pensato in quel momento? Avevi paura di trovare qualcuno in mezzo al fuoco?”

Lui: “eh no. Io sapevo già che dovevo andare a togliere qualcuno dal fuoco. Il mio primo pensiero è sempre rivolto a salvare me stesso, altrimenti come posso aiutare gli altri?”.

Rimasi silenzioso e sereno, consapevole di aver appena ricevuto una lezione di quelle che ti lasciano il segno.

Puoi aiutare gli altri se prima non hai aiutato te stesso?

E ancora, viene da pensare che sia complicato credere di comprendere gli altri, se non ci comprendiamo noi stessi per primi .

Ho poi pensato a quante applicazioni dell’esempio del mio amico avrei potuto incontrare nella quotidianità: ne ho trovate davvero molte.

Nella scuola, ad esempio, gli insegnanti sono dei modelli per i ragazzi. I docenti riescono a comprendere i messaggi che loro stessi, come persone, forniscono ad una classe?

Vale anche per i genitori. I figli sono gli specchi dei genitori (è una frase della cultura popolare), e modellano i modelli che i loro genitori offrono costantemente.

Dal canto loro, i genitori spesso vorrebbero comprendere i figli quando faticano a comprendere se stessi.

La consapevolezza di questi processi non è ancora di tutti, ed il lavoro da fare è tanto, così come è alta la posta in gioco.