L’importanza delle parole

L’importanza delle parole

paroleLe parole hanno un senso profondo nella nostra vita. Anche quelle che pronunciamo spesso senza pensare, distrattamente, mentre stiamo pensando a qualcos’altro e non abbiamo voglia di “scegliere” il termine corretto.

Le parole, e meglio ancora il modo in cui “escono” dalla nostra bocca (il paraverbale), riescono ad esplicitare il nostro stato d’animo: si capiscono moltissime cose dell’umore di una persona solamente ascoltando come vengono dette le parole.

Un proverbio inglese dice “a chi più amiamo, meno dire sappiamo“… tale proverbio evidenzia come il coinvolgimento emotivo riesca addirittura a far “spegnere” le parole.

In questa breve analisi a ritroso, vorrei tornare ad un concetto meno evoluto rispetto alle emozioni che si percepiscono dal paraverbale nella comunicazione. Desidero tornare proprio a parlare di parole. In particolare, di scelta delle parole.

Come possiamo notare in molti campi, quando le persone si rendono conto che non comprendono una cosa, cercano di trovarle un nome (pensa alla parola “mistero”, o a quando in medicina si dà un nome ad una patologia che non si comprende generando diagnosi completamente errate); quando hanno trovato un nome, dicono che “comprendono”, ma “trovare un nome” non significa comprendere!

Purtroppo, la gente si accontenta abitualmente delle parole, dei nomi delle cose, e un uomo che conosce un gran numero di parole ha la reputazione di comprendere molto, eccetto naturalmente nella sfera delle attività pratiche in cui spesso la sua presunta preparazione si rivela per ciò che effettivamente è.

Freud disse una frase che condivido molto… “è impossibile conoscere gli uomini senza conoscere la forza delle parole“.

Effettivamente le parole sono più importanti di quello che pensiamo. Le parole evocano immagini, proiettano scenari, attivano i nostri neuroni specchio! Se dici “ho un problema” attivi in te anche l’umore conseguente… se invece scegli di dire “c’è una nuova sfida” si attivano leve, anche motivazionali, differenti.

L’errata scelta delle parole genera mancanza di comprensione.

Il linguaggio parlato delle persone è pieno di concetti falsi, di classificazioni false, di associazioni false. Inoltre e soprattutto, le caratteristiche essenziali del pensare ordinario, la sua vacuità e la sua imprecisione fanno sì che ogni parola possa avere migliaia di significati differenti, secondo il bagaglio di cui dispone colui che parla, e l’insieme di associazioni in gioco in quel contesto.

Sembra paradossale, ma una delle grandi illusioni sociali è pensare di dire le stesse cose. Se io scrivo “le macchine sono belle”, probabilmente quasi ognuno dei lettori di questa frase ha immaginato una macchina diversa. E magari a molti quella macchina non piace. Ad altri sì. Se metto nello stesso gruppo quelli che hanno pensato che le macchine sono belle, li ho classificati, senza tener conto che ognuno di loro immagina una macchina differente! Quante classificazioni errate può generare la mancanza di questa consapevolezza?

Due persone possono, con una profonda convinzione, dire la stessa cosa ma con parole diverse, e discutere all’infinito senza sospettare che il loro pensiero è esattamente lo stesso.

Oppure inversamente, possono usare le stesse parole e immaginare di essere d’accordo e comprendersi, mentre in realtà dicono cose assolutamente diverse e non si comprendono affatto

Federico Fellini diceva che “un linguaggio diverso è una diversa visione della vita“.

E’ molto interessante incuriosirsi della visione altrui quando si parla, perché ci avvicina al livello della comprensione, che è decisamente superiore al livello dell’ascolto.

Il suggerimento che mi permetto di dare, ammesso che si desideri comprendere meglio il linguaggio e il “mondo” altrui, è di ascoltare profondamente l’altro, di andare a risalire all’origine delle parole che si ascoltano e soprattutto alle intenzioni che stanno alla base delle frasi che vengono pronunciate.

Le intenzioni profonde di ognuno di noi sono sempre positive, solamente che le parole, ahimè, tendono a giocarci dei tranelli imprevedibili.  Buona comprensione!