L’importanza delle carezze

L’importanza delle carezze

carezzeMi sono imbattuto in un articolo che mi è piaciuto tanto, apparso il giorno 22 maggio 2014 su lescienze.it e intitolato “I neuroni sensoriali che colorano emotivamente le carezze”.

Mi ha fatto riflettere e lo voglio condividere con voi. Sostanzialmente parla di “alcune fibre nervose sensoriali”, che noi abbiamo nella pelle, specializzate nel riconoscere il tocco “delicato”.

All’interno delle complesse innervazioni dei nostri tessuti esistono quindi dei recettori particolari la cui attenzione è rivolta solo ad un tipo particolare di “tocco”.

Il tocco, quindi, non è sempre lo stesso: si distingue per intensità e noi siamo progettati per riconoscere in particolare quello delicato che associamo alle carezze.

E’ una cosa meravigliosa.


Le carezze hanno un ruolo particolare per noi, a quanto pare: talmente importanti da riservare a loro degli specifici neuroni sensoriali. Ci sono fibre che rilevano ad esempio il dolore, il contatto con gli oggetti, e accanto a queste ne esistono di più piccole, più lente, che reagiscono agli stimoli che possono avere una “funzione gratificante e piacevole”.


Il tatto è un mezzo di comunicazione molto importante e con funzioni evolutive fondamentali. I ricercatori affermano anche che “una carenza di contatto fisico delicato durante i primi anni di vita potrebbe ripercuotersi sull’adeguato sviluppo di questa parte del sistema sensoriale, con effetti negativi su una serie di comportamenti e di stati psicologici nel resto della vita”.


Parole importanti e che fanno pensare, senza dover necessariamente sconfinare nella psicologia, anche all’importanza di un comportamento delicato. La delicatezza del tatto è una pratica quotidiana su cui gli essere umani potrebbero allenarsi e migliorare di molto, e non solo: se rivolgessimo la nostra attenzione anche agli atteggiamenti non verbali, ai movimenti e alla gestualità?

La delicatezza di come comunichiamo è una carta vincente nelle relazioni perché arriva direttamente a stimolare il piacere altrui, mettendo a proprio agio i nostri interlocutori e vivendo la nostra comunicazione come qualcosa di condiviso e amorevole.

Possiamo allenarci da subito, quindi,  rendendo delicate le parole che utilizziamo, così come la qualità della nostra voce,  dei gesti, degli sguardi, e perché no… anche dei nostri pensieri.