E’ di ieri la notizia che il nostro più famoso campione motociclistico, Valentino Rossi, ha tagliato per primo il traguardo sulla sua Yamaha al Gran Premio d’Australia. Ho ascoltato il servizio al telegiornale, e mi hanno fatto sorridere le parole del giornalista, il quale ha sottolineato come sia quasi incredibile essere ancora dei numeri uno a 35 anni.
Insieme all’esempio di Valentino hanno citato anche i casi del capitano della Roma, Francesco Totti (38 anni), che riesce ancora a creare il panico nelle difese avversarie attraverso la sua presenza nelle azioni (“un valore senza fine”, scrive di lui il Corriere della Sera di ieri). Insieme a questi casi, il telegiornale ha citato anche Valentina Vezzali, che a 40 anni continua a far crescere un medagliere da far invidia a chiunque, e io vorrei aggiungere anche Josefa Idem, che si è ritirata dall’agonismo all’età di 48 anni ai Giochi Olimpici di Londra. Tutti “casi” sportivi che, evidentemente, fanno notizia anche per la loro età.
Ho voluto citarli perché la prima cosa che ho pensato quando ho sentito il giornalista dire “Valentino vince ancora a 35 anni” ho pensato candidamente “e dove sta la notizia? Valentino è un campione, non vedo la novità”. E’ vero, l’agonismo sportivo ha una certa correlazione con l’età, non ci sono dubbi che la “curva” del rendimento nel nostro corpo abbia un certo andamento… ma chi conosce con assoluta precisione questo andamento?
Mi viene in mente una frase…
“La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso.”
Quello che desidero affermare è che l’età è un fattore decisamente soggettivo, e la sua correlazione con la prestazione sportiva dipende anche da fattori importantissimi, quali:
- Alimentazione
- Esercizio fisico
- Qualità dei pensieri
Con le moderne conoscenze in campo nutrizionale è possibile studiare diete personalizzate per gli atleti, misurando le loro personali esigenze corporee e creando il “carburante” perfetto per il loro corpo: mangiando correttamente la resa della prestazione sportiva aumenta di misura.
Esiste ormai una vasta conoscenza in merito ad esercizi fisici che puntano sulla tonicità e soprattutto l’elasticità muscolare: la corretta dieta e il giusto movimento sono fattori straordinariamente importanti sulla “conservazione” di una fisicità da campioni sportivi anche in età che si sono sempre considerate avanzate.
In aggiunta a questi, la nostra mente ed i nostri pensieri operano spesso sabotaggi ma sono anche in grado di produrre un dialogo interiore di qualità, in grado di guidare e focalizzare lo sportivo verso risultati inaspettati e contro ogni previsione di “pensionamento”. Avete presente il grande Alex Zanardi? Penso non ci sia bisogno di aggiungere altro.
Nel campo del coaching è una sfida importante riuscire a cambiare gli schemi mentale dell’atleta, specie quando l’atleta è “maturo” ed essi sono sedimentati da molti anni. Questo non significa che non si possa fare…
Sempre di più assisteremo ad un innalzamento medio della durata della carriera sportiva agonistica, negli ultimissimi anni le conoscenze e le informazioni disponibili sono aumentate. Ci troveremo di fronte a campioni sempre più longevi, che ci emozioneranno per molti più anni rispetto al passato.
Questa è proprio una bella notizia, ed è applicabile a tutti i settori. Anche al mondo del lavoro.
Sono pronto a scommettere che anche l’aspettativa di vita subirà un vistoso aumento, ancora più rilevante rispetto ai dati ISTAT 2014 (che affermano che i neonati venuti alla luce nel 2007 hanno concrete possibilità di vivere fino a 104 anni, fonte Repubblica 19 marzo 2014).
Prepariamoci quindi ad andare tutti d’accordo, perchè sembra che condivideremo questa terra ancora per molto tempo. Magari gustandoci le imprese sportive di quarantenni davvero esplosivi!